I tetti della Toscana
Il progresso delle metropoli ci ha privato di una tradizione. Tetti. Le parti superiori degli edifici vengono utilizzate su larga scala come aree di svago, eliporti o spazi di socializzazione, sostituendo le piastrelle con lastre.
L’Europa cerca di difendersi da questa tendenza il più possibile. Le città, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, hanno un volume significativo di case ed edifici bassi. Risultato: una profusione di tetti.
Oltre alla pratica culturale finalizzata alla conservazione architettonica, la struttura delle piastrelle persiste a causa di problemi climatici. Più sono fredde le località, più ripide sono le coperture, per evitare l’accumulo di neve e, in caso di disgelo, fornire il drenaggio dell’acqua.
Se guardi le città della Toscana dall’alto, il profilo è impressionante. I tetti si intrecciano, formando un’immagine normalmente compatta, a volte armoniosa, colorata o esposta alle intemperie. Tonnellate di ceramica coprano le case, chiese, edifici commerciali, musei, tra gli altri. Stile perfettamente integrato con i bucolici paesaggi toscani.
La cottura dell’argilla, dominata da persone di varie regioni, rende impreciso indicare chi sarebbe stato il creatore originario delle piastrelle. Tuttavia, ci sono prove evidenti che gli attuali ciprioti e gli antichi assiri sono in prima linea nel loro sviluppo e utilizzo.
In ogni caso, i tetti contengono storie formidabili. Bella Toscana ne conosce parecchi. E ti racconta tutto nelle incursioni in città come Firenze, San Gimignano, Pisa, Siena e tante altre.
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