Carlo Collodi, padre di Pinocchio

Dalla penna di Carlo Collodi è uscita una delle storie per bambini più note di tutti i tempi. L’ideatore di Pinocchio, Collodi – pseudonimo di Carlo Lorenzini – era fiorentino. Nato nel 1826, ha lavorato come giornalista e scrittore, lasciando un lavoro consistente.
Tuttavia, di tutto ciò che ha prodotto, Pinocchio si distingue come il suo più grande successo letterario. Capace di rivaleggiare con mostri sacri della scrittura come i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen o Jean de La Fontaine.
L’origine del nome Pinocchio è incerta. Si ritiene che sia un’allusione al pinolo. Il pupazzo, scolpito da un tronco d’albero da Geppetto, fu presentato al pubblico nel 1881. Inizialmente editate in capitoli al Giornale per i Bambini, le storie furono trasformate in un libro due anni dopo. “Le avventure di Pinocchio” ha iniziato a popolare l’immaginazione dei bambini. E hanno servito molto bene i loro genitori.
Lezioni per tutte le età
Idealizzati sotto forma di favole da raccontare ai bambini prima di coricarsi, il loro contenuto suscita varie letture e sensazioni. Rispetto e amore per i genitori, rappresentati da Geppetto. Dignità e correttezza, dopotutto, non vale la pena mentire. E anche la conseguente punizione, il naso che aumenta ad ogni falsità pronunciata.
L’universo dei bambini trova una difesa nelle bugie. I bambini, per nascondere le loro arti e proteggersi dai rimproveri degli adulti, sono abili nel fuorviarli. Il lavoro, invece, propone una pratica innovativa. Geppetto poteva anche arrabbiarsi con Pinocchio, ma in nessun modo si scordava del’affetto che li univa.
In un periodo in cui l’educazione su pietra era la nota fondamentale, Collodi faceva riflettere. Perché c’era una rigidità assoluta nel trattare con i bambini senza la corrispondente intensità per quanto riguardava le manifestazioni di affetto? Perché plasmare gli esseri umani doveva comportare parentesi graffe, parole e atteggiamenti duri? Perché non introdurre “Ti amo” come base per i rapporti familiari? E dov’era il dialogo? Lezioni che hanno commosso molto i genitori del XIX secolo. E questo sensibilizza il pubblico fino ad oggi.
Pinocchi dietro ogni angolo
Il rapporto di Firenze con Collodi è visibile. Souvenir, riproduzioni in legno di pupazzi, tra gli altri oggetti, si trovano ampiamente nei negozi della città. Simbolo di rispetto e ammirazione per l’autore, nonché un modo per renderlo eterno. Qualcosa che le arti e i media hanno imparato.
Il primo film di Pinocchio è uscito sugli schermi nel 1940 con la produzione Disney. Quest’anno il 2020 è stato rilanciato nelle sale, con Roberto Benigni nel ruolo di Geppetto. Inoltre, gli scherzi sono serviti da ispirazione per produzioni teatrali, speciali televisivi, tra gli altri. Così, Pinocchio continua la sua carriera di successo. Un successo elastico, capace di battere il tempo.